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Koltès al Teatro India



(Immagine per gentile concessione di teatrodiroma.net)

Dopo le date torinesi, fino al prossimo 29 maggio la Compagnia Umberto Orsini presenta, al Teatro India di Roma, Nella solitudine dei campi di cotone di Bernard-Marie Koltès con Federica Rosellini e Lino Musella per la regia di Andrea De Rosa.

Lo spazio dell’azione si tramuta nella visione del regista in un teatro vuoto in cui due individui si incontrano: il Dealer (il Venditore) e il Cliente, quest’ultimo interessato all’affare senza mai rivelare l’oggetto né la ragione della transazione. Un pretesto enigmatico per un mercato misterioso condotto nella notte, fra ellissi e allusioni, che Andrea De Rosa – direttore del TPE e Premio Hystrio 2021 alla regia – rimanda metaforicamente al teatro, dove il personaggio del venditore è in realtà un’attrice dimenticata su un palcoscenico e il cliente un uomo che viene da fuori; mentre suppone, in una combinazione di provocazione e creatività, che la merce intorno alla quale si conduce l’oscura trattativa all’interno di una sala teatrale vuota sia il teatro stesso. «Ho riletto La solitudine di Koltès durante il primo lockdown – annota De Rosa –In quei giorni pensavo spesso, a volte in modo ossessivo, ai teatri chiusi: vuoti, bui, freddi, silenziosi. Era un’immagine che allo stesso tempo mi attraeva e mi spaventava, come quando ero bambino e non riuscivo a capacitarmi del fatto che la mia casa continuasse a esistere anche quando al suo interno non c’era più nessuno. Che cos’è una casa quando non c’è più nessuno che la abita? Che cos’è un teatro vuoto? Continua a esistere per chi? Ho immaginato il luogo dove si svolge Nella solitudine dei campi di cotone come un teatro vuoto […] Se è vero, infatti, che possiamo vedere davvero uno spazio solo nel momento in cui si svuota, allora questo è un momento privilegiato per chiederci il teatro cos’è». Da www.teatrodiroma.net