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Yiannis Ritsos

Yannis Ritsos nasce a Monemvassia (Grecia) il 1° Maggio 1909, come cadetto di una nobile famiglia di proprietari terrieri. La sua giovinezza è segnata dalle tragedie nella sua famiglia: prima la rovina economica, poi la morte prematura della madre e del fratello maggiore quindi l’internamento del padre colpito da un grave esaurimento nervoso.
Egli trascorre quattro anni (1927-1931) in un sanatorio per la tubercolosi. Questi tragici eventi segnano ed ossessionano le sue opere. Le letture lo spingono a diventare poeta e rivoluzionario.
Dal 1931 è vicino al KKE il partito comunista greco. Accetta di lavorare nei circoli politici e nel 1934 pubblica Tractor ispirato al futurismo di Majakovski, a cui segue immediatamente Pyramids: queste due opere raggiungono un iniziale quanto precario equilibrio tra fiducia nel futuro, basata sull’idea del comunismo, e la disperazione che nasce dalle sue vicende private.
Nel 1936, mediante il lungo poema Epitaph Ritsos fa esplodere la forma della poesia greca tradizionale ed esprime in un linguaggio chiaro e semplice un commovente messaggio di fraternità. La musica di Theodorakis su Epitaphios sarà la miccia della rivoluzione culturale greca del 1960.
La dittatura di Metaxas, dall’agosto del ’36 costringe Ritsos alla prudenza: infatti il suo poema Epitaphios era stato bruciato pubblicamente. Il poeta si dedica allora all’esplorazione del surrealismo: l’analisi del sogno, associazioni sorprendenti, l’esplosione di immagini e simboli, la liricità che mostra l’angoscia del poeta, ricordi leggeri ed amari. Di qui nascono The Song of my Sister (1937), Symphony of the Spring (1938): e gli estratti di queste opere rappresentano la base della Seventh Symphony di Theodorakis (1983-1984), intitolata più precisamente Symphony of the Spring.
In Old Mazurka to the rhythm of rain (1942), Ritsos eprime per la prima volta il suo attaccamento alla Grecia e alla “grecità” come detentrice della memoria storica: tale elemento sarà da adesso in poi ricorrente in tutte le sue opere future: Romiossimi (Grecity pubblicata solo nel 1954 e musicata da Theodorakis nel 1966) è un inno sconvolgente verso la terra umiliata della Grecia così come The Lady of the Vineyards (1945-1947), di cui un estratto è stato integrato nella Seventh Symphony di Theodorakis.
Durante la guerra civile greca, Ritsos si impegna nella lotta al fascismo e per questo viene condannato a quattro anni di carcere in vari campi di concentramento, all’epoca detti di “riabilitazione”: Limnos, Ayios Efstratios, Macronissos.
Ciò nonostante, egli continua una importante produzione di poesie raccolte in Vigil (1941-1953) e in Districts of the world (1949-1951), una lunga cronaca poetica di questo suo terribile decennio che in seguito ispireranno un’altra composizione di Theodorakis.

Di qui in poi la critica riconosce la sua successiva produzione come “opere della maturità”: The Moonlight-Sonata (1956) – poema di valore nazionale, – When comes the Stranger (1958), The Old Women and the Sea (1958), The dead House (1959-1962): queste opere anticipano i lunghi monologhi ispirati alla mitologia e dalle antiche tragedie: Orestes (1962-1966) e Philoctetes (1963-1965).
Tra il 1967 e il 1971, la giunta militare deportò nuovamente Ritsos sulle isole di Yaros e Loros, quindi lo costrinse agli arresti domiciliari a Samos. Ciò non gli impedì di arricchire la sua produzione artistica e di proseguire sull’onda di ispirazione della Grecia Antica: appartengono infatti a questo periodo: Persephone (1965-1970), Agamemnon (1966-1970), Ismene (1966-1971), Ajax (1967-1969) e Chrysothemis (1967-1970), scritti durante la deportazione, poi, Helena (1970-1972), The Return of Iphigenia (1971-1972), Phaedra (1974-1975).

Fourth Dimension raggruppa invece tutti i monologhi teatrali e che si ispirano ai miti antichi. Gli eroi di tali lavori si trovano spesso davanti ad un conflitto o ad un passo dalla morte, sempre in un momento di svolta per la loro vita. Mentre si rivolgono a qualche muto interlocutore, essi si lanciano in delle verbose digressioni e anacronismi. Infatti, tutti questi poemi sono una meditazione sull’età anziana, la morte, il tempo, la distruzione della famiglia, la storia, l’esistenza che lotta tra impegni personali e imperativi sociali, solitudine e la crisi dei movimenti rivoluzionari.
Ritsos scrive anche diverse raccolte di Poemi Brevi che riflettono in modo commovente come la sua gente risvegli da un incubo: Stone, repetition, bars (1968-1969), Gestures, papers; The Wall in the mirror (1967-71), Passageway and staircase (1970), 18 little Songs of the bitter Homeland (1968-1970), musicate da Theodorakis nel 1973, quindi The Sounder (1973).
Dal 1970 la poesia di Ritsos prende la forma di una lunga sintesi dove gli spaccati onirici, il risveglio dal sogno e l’irreale intervengono costantemente nella vita quotidiana con strane presenze e un continuo spostamento spazio-temporale. Questo è il mondo creato in To Become (1970-1977), The Buffer (1976) o Song of Victory (1977-1983) che celebrano la bellezza della vita, mentre Erotica (1980-1981) è un inno vitale all’amore in tutte le sue dimensioni. The Monochordeses (1980) mostra l’estrema concentrazione che l’espressività di Ritsos ha raggiunto.

Negli anni ’80, Ritsos ha scritto anche dei romanzi. Nove libri sono raccolti sotto il titolo Iconostase of the Anonymous Saints (1983-1985). La prosa si avvantaggia delle conquiste raggiunte in poesia: la libertà della metafora, l’alternazione del reale e dell’onirico, gli spaccati improvvisi, il linguaggio audace, il fiorire dei sensi che si aprono ad un universo erotico dove il tempo e l’età coestistono sempre.
Le poesie del suo ultimo libro, Late in the night (1987-1989) sono piene di tristezza e della coscienza delle perdite, ma umilmente la via poetica da cui Ritsos riabilita la vita e il mondo che lo circondano, mantiene un bagliore di speranza in un ultimo guizzo di creatività.
Comunque, il poeta vive dolorosamente la perdita di salute e il crollo dei suoi ideali poetici.
A seguito di una emorragia interna, muore ad Atene l’11 novembre 1990.