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Arthur Miller

Arthur Asher Miller ( (New York, 17 ottobre 1915 – Roxbury, 10 febbraio 2005), drammaturgo e sceneggiatore, è stato una figura di primo piano nella letteratura americana e nel cinema per oltre 61 anni.
Le opere più note ed emblematiche di Miller sono The Crucible (Il Crogiuolo), Erano tutti miei figli (che vinse nel 1947 il Tony Award come migliore opera), e Morte di un commesso viaggiatore (premio Pulitzer e tre Tony Awards), ancora studiato e rappresentato in tutto il mondo.

Miller ha frequentato la scuola pubblica dal 1920 al 1928 e la sua prima opera, un melodramma, fu messo in scena per la prima volta nel 1923 allo Shubert Theatre. La sua formazione letteraria ebbe luogo nell’Università del Michigan, dove all’inizio fu rifiutato e subì l’odio antisemita (cosa che avrebbe influenzato i suoi ultimi lavori) e dove riuscì successivamente ad entrare, studiando giornalismo e ricevendo il Premio Avery Hopwood.

Arthur Miller deve la sua notorietà non solo alla professione di scrittore ma anche al suo grande attivismo politico e sociale (nel 1950, Arthur Miller subì in prima persona la persecuzione maccarthista perché non volle rivelare i nomi dei partecipanti al circolo letterario sospettato di legami con Partito Comunista) ma anche ad un preciso periodo della sua vita privata trascorso sotto i riflettori della stampa scandalistica: i cinque anni del suo difficile matrimonio con Marilyn Monroe (1956-1961).

Dopo la morte della Monroe, il 17 febbraio 1962 Miller sposò Inge Morath, fotografa della nota agenzia Magnum, da cui ebbe due figli.

Nel febbraio del 2005 al suo capezzale c’erano la sorella Joan Copeland, la figlia Rebecca Miller, sposata con l’attore Daniel Day Lewis e Agnes Bailey, la giovane pittrice di 34 anni con cui Miller stava vivendo una storia d’amore. Il commediografo era malato di cancro e si era aggravato per una polmonite a cui si erano aggiunti problemi di cuore.

Visitate il sito web dell’Arthur Miller Society.