La commedia della vanità
(Immagine per gentile concessione di ph. Fulvio Michelazzi)
Pacta dei Teatri, Salone via Dini (Milano) presenta dal 3 al 19 maggio La commedia della vanità di Elias Canetti, nella traduzione di Bianca Zagari.
La commedia parte con un grande rogo. Lo spunto è certo il rogo dei libri operato dai nazisti a Berlino il 10 maggio 1933. Qui il rogo è dei ritratti, delle foto, la distruzione degli specchi. Il governo totalitario di questo Paese stabilisce per legge che la vanità debba essere bandita, e che pertanto ogni strumento atto a tenerla in vita vada distrutto; per i trasgressori la pena sarà la morte. La massa, abilmente istruita da predicatori vari, accoglie con entusiasmo l’imposizione, tanto da fare del rogo una festa. Dopo diversi anni, i risultati saranno diversi da quelli che ci si aspettava. L’uomo senza la sua immagine è un nulla, perché l’immagine è anche e soprattutto il mezzo attraverso il quale l’uomo arriva a conoscere se stesso e ribadisce la sua identità. Un tema di grande attualità, in un’epoca di inflazione di immagini. Tuttavia la proibizione otterrà l’effetto opposto per il fascino del proibito (ci saranno anche le “case di tolleranza dell’immagine” dove i fruitori saranno disposti a pagare per poter avere la possibilità di contemplarsi). È uno spettacolo sulla demònia del Novecento e della vita, sull’incognito come segno diabolico. Una commedia umana lucidissima e inquietante composta nel 1934 dallo scrittore bulgaro Elias Canetti, premio Nobel per la Letteratura nel 1981.
con Maria Eugenia D’Aquino, Paui Galli, Riccardo Magherini, Alessandro Pazzi, Annig Raimondi, Eliel Ferreira de Sousa
musiche originali Maurizio Pisati
spazio scenico Lazlo Ctrvlich
disegno luci Manfredi Michelazzi
costumi Nir Lagziel
oggetti di scena Progetto Ri-costruzione ASST Lodi
regia Annig Raimondi
produzione PACTA . dei Teatri