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A RETROSPECTIVE ON SAMUEL BECKETT



(Immagine per gentile concessione di www.festivaldispoleto.com)

Nel corso della sua vita come scrittore e drammaturgo, Samuel Beckett ha prodotto 19 opere teatrali: alcune brevissime, altre più lunghe, tutte affascinanti… ma sicuramente diverse da quello che il pubblico era abituato a vedere. Beckett lasciò l’Irlanda per andare a vivere a Parigi dove morì nel 1989, senza mai dimenticare le sue radici: le sue opere hanno una cadenza, un ritmo, quel tipo di sonorità che tanto assomiglia al modo di parlare degli abitanti di Dublino. Il suo modo di vedere la vita e la morte, con quello sguardo allo stesso tempo comico e pessimista, sembra rifarsi come peculiarità distintiva alla sua orgine celtica.
Questa è almeno la teoria di Michael Colgan, regista del Gate Theatre di Dublino, che nel corso degli ultimi venti anni ha proposto diverse retrospettive sull’opera omnia (teatrale) di Beckett:
So che le sue opere sono state rappresentante ovunque, ma qui sembra di poter dare loro un nuovo significato facendo risuonare le parole nella sua lingua natia. (…) Il suo dialogo è esattamente il modo in cui si parla nelle strade di Dublino. I suoi colloquialismi sono irresistibili.
Nel 1983 Colgan, da sempre grande ammiratore di Beckett, si mette in contatto con l’autore per chiedergli l’autorizzazione di rappresentare tutte le sue opere in una sola volta e farle esattamente come Beckett voleva. In un primo momento il già premio Nobel gli rispose: Lei non può dire sul serio!, ma poi alla fine acconsentì dando a Colgan solo un piccolo consiglio: Mantenga la semplicità.
Non è un compito difficile: in fondo Beckett costringe l’attore a stare immobile in un bidone della spazzatura, in un cumulo di sabbia – Giorni Felici -, o permette che il pubblico ne veda solo la bocca – Non io-, oppure li veste di stracci e comunque li fa sempre recitare su un palco praticamente vuoto.
Eppure non c’è attore che non ami i testi di Beckett: dalle opere più articolate come appunto Giorni Felici a opere più brevi come Commedia o L’ultimo nastro di Krapp a opere brevissime, quasi istantanee, come Respiro o Passi.

Nella foto un’immagine della meravigliosa messa in scena di Robert Wilson, presentata l’estate scorsa al Festival di Spoleto!
I S