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GÜNTER GRASS IN VERDE



(Immagine per gentile concessione di www.repubblica.it)

Vogliamo segnalarvi un’intervista del nostro Günter Grass, apparsa su Hamburger Abendblatt questo aprile e riportata da Repubblica, a un mese dalla tragedia nucleare in Giappone.
Il premio Nobel per la letteratura ci parla di energie rinnovablili e di futuro, con il piglio e l’impegno che lo contraddistinguono:
La Germania ha spento molti reattori e importa energia dalla Francia. Che senso ha dire addio da soli al nucleare?
«Il problema è che rinviando l’addio al nucleare, come il governo Merkel decise, molto prima di Fukushima, sono stati bloccati molti investimenti già avviati nelle energie rinnovabili. Senza quella decisione di prolungamento d’uso delle centrali ora rinnegata, potremmo essere molto più avanti. Il freno va smantellato. A causa di quella scelta adesso dobbiamo importare energia atomica dall’estero. Ma è insensato dire che se la Germania spegne tutti i reattori adesso va al blackout».

Come devono reagire i cittadini con la loro coscienza critica?
«Il cittadino deve impegnarsi. Pesa sulla mia generazione il pensiero della Repubblica di Weimar, che fallì tra l’altro perché non furono abbastanza i cittadini che s’impegnarono per difenderla. La democrazia va difesa ogni giorno».

Che cosa teme, se ogni problema esploderà insieme?
«Il mio timore peggiore è arrivare in futuro a una dittatura ambientale. Cioè dover vivere con decreti d’emergenza continui per salvare quel che resterà dell’ambiente. La catastrofe atomica in Giappone non può essere affrontata come fu con Cernobyl in Urss. E’ un assaggio del futuro che ci aspetta»
(per leggere l’intera intervista, fate clic qui)

Günter Grass, nato a Danzica el 1927, Premio Nobel nel 1999, è uno dei più noti scrittori tedeschi: nel 1959 esordì alla narrativa con Il tamburo di latta, romanzo che ebbe immediato e lungo successo internazionale e da cui fu tratto il famoso film di Volker Schlöndorff del 1979.