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OUR TOWN BY T. WILDER AND ITS 70TH ANIVERSARY



(Immagine per gentile concessione di Harper Collins Publishers)

Ricorre nel 2008 il 70° anniversario dal debutto di OUR TOWN del Premio Pulitzer Thornton Wilder.
L’opera infatti venne messa in scena per la prima volta nel 1938 suscitando un grande clamore, sconcertando pubblico e critici, più per la mancanza di scenografia che per i contenuti.

Nel 1940 lo stesso autore, con Harry Chandlee e Frank Craven, cura la trasposizione cinematografica dell’opera. Gli attori, alcuni dei quali sono gli stessi che avevano portato in scena il dramma a Broadway, fanno un ottimo lavoro di squadra. Efficaci scenografie di William Cameron Menzies, indimenticabile colonna sonora di Aaron Copland. Trasposizione fedele di quel che è ormai considerato un classico del teatro nordamericano del Novecento con qualche variante: la rinuncia all’assenza di scenografia e delle suppellettili; la scena del cimitero dove i morti ritornano a parlare trasformata in sogno. È stato mantenuto, invece, il meccanismo del teatro nel teatro, dagli influssi pirandelliani ma in chiave di sommesso crepuscolarismo, anche se qui il narratore (F. Craven) parla da uno studio cinematografico.
Nel 1964 anche il grande Paul Newman si cimenta nella parte del ‘regista’ a Broadway.

In Italia, l’opera di Wilder, tradotta con il titolo Piccola città (o anche La cittadella) viene rappresentata per la prima volta nel 1942 al Teatro Nuovo di Roma a cura di Remigio Paone, con la Compagnia
Elsa Merlini-Renato Cialente. Anche qui il debutto non passò inosservato: il pubblico si divise in due, da una parte applausi, dall’altra schiamazzi e urla di protesta durante e dopo la recita. Entrerà nella storia della cronaca teatrale italiana, ma fu assai poco gradita al Regime.

Nel dopoguerra compagnie grandi (Ruggeri, Gramatica, registi come Olmi e Fulchignoni), piccole e amatoriali sono state protagoniste di infinite repliche che tuttora non conoscono declino. Va ricordata inoltre una edizione televisiva in b/n con Raul Grassilli e Giulia Lazzarini.

(cfr. IL MORANDINI, Zanichelli Editore)