Dal 17 al 27 ottobre sarà di scena al Teatro Carcano di Milano La camera azzurra (La chambre bleue), romanzo pubblicato nel 1963 e fortunato film di e con Mathieu Amalric (2014), è una vicenda archetipica ove si mescolano sensualità, paura, pettegolezzo, omertà, tradimento e moralismo nello scenario di una provincia francese retriva e giudicante. La storia, che coinvolge quattro volti sulla scena, è quella di due amanti, Tony e Andrèe, ex compagni di scuola oggi quarantenni ed entrambi sposati, che si incontrano nella camera azzurra per dare sfogo alla propria passione irrefrenabile.
Sono loro a ritrovarsi tempo dopo separati in un’aula di tribunale,
accusati di aver commesso crimini efferati: l’eliminazione di entrambi i
coniugi con modalità diaboliche.
L’interrogatorio cui vengono sottoposti per svelare la verità e
rispondere alla sete di giustizia forcaiola della comunità diventa
l’occasione per svelare non solo i meccanismi noiristici, ma per
condurre un’indagine sull’umano, straordinaria quanto necessaria.
Scrive la regista Serena Sinigaglia: “Il giallo in sé è intrigante ma
non è la parte più interessante del romanzo. La parte più interessante,
a mio avviso, è lo scandaglio sull’umano, sui suoi istinti piùprofondi e segreti. È l’erotismo che vi circola, è l’eterno conflitto tra passione e ordine. La passione degli amanti, l’ordine della famiglia. Due tensioni umane che appaiono difficili da conciliare sempre.
E poi il protagonista è come avvolto in una nebbia, a tratti sembra
lo straniero di Camus, quasi “idiota” di fronte alla sua stessa
sciagura, atarassico e annebbiato, costantemente confuso e distratto. In
lui i confini della coscienza, intesa come consapevolezza, sono fragili
e labili, come se si lasciasse agire dalla vita e nient’altro, un
ospite occasionale di un’esistenza finché morte non sopraggiunga: la
ghigliottina per l’appunto.
Quindi, ben al di là del giallo, diventa affascinante lavorare sul
concetto di colpa e su chi ha plagiato chi: ha fatto tutto lei? L’hanno
fatto assieme? Ha fatto lei per suo marito, lui per sua moglie? Quel che
è certo è che lui si è rovinato la vita”.
La strada scelta è proprio quella dell’interrogatorio come luogo drammaturgico in cui si snoda il racconto e da cui si aprono e chiudono frammenti di realtà come flashback della storia.
A guidare il confronto tra i personaggi un commissario ossessionato dalla risoluzione del caso, un poliziotto che conosce e vive in quell’ambiente di provincia asfittico, lui stesso parte di quella comunità chiusa e giudicante della quale, forse, è anche lui vittima e carnefice.
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